STREGA
Tempesta luccicante di emozioni scintillanti di mille colori, si riversano dal cielo, al plenilunio, lungo il sentiero rappezzato di fitti alberi, che porta sulla montagna, trasportandoti in un viaggio astrale, verso una dimensione parallela.
Sulla tua pelle tatuata è cosparso il magico unguento.
Col tuo vestito aperto, corto, dalle frange nere che appena arrivano sulle bianche cosce, ti strusci, a piedi nudi, sul membro eretto della grande statua in legno, del caprone infernale, dio dei boschi: ti siedi, lo abbracci, lo sfiori con la lingua, le mammelle e il basso ventre, davanti e dietro in un frenetico sacro balletto zigano, ritmato dalla voce ferma e decisa con cui pronunci i tuoi incanti in antico aramaico, legando velocemente i nodi di un nastrino rosso, ed emetti i gemiti di piacere, al respiro affannato, mentre balli, al ritmo della fiamma, che, come onda marina in burrasca, cambia dimensione al vento, e si fonde col tuo spirito.
Il riflesso della leggera peluria nera che si intravede ad intermittenza tra le tue gambe, spezza i tuoi biondi capelli vibranti in aria, e gli occhi azzurri, felini.
Ti pieghi leggermente in avanti, mettendo in mostra la perfetta forma, armonica, delle tue natiche delicate.
Al centro del tuo petto, pende un pentacolo d'argento e una runa in legno, lavorata a mano.
Si ferma il tempo, dall'alto del noce, ti guarda nella notte profonda, il tuo famiglio; la cui immagine è riflessa, gigante in cielo.
Ti fermi, chiudi gli occhi, poi ti siedi stanca, con la viva terra che bacia i tuoi piedi; le tue labbra rosse, carnose, sono baciate dalla luce lunare, e le tue sorelle t'accompagnano, danzando in cerchio attorno al fuoco fino all'alba.
Donato Riccardi - 2017