(SM)INNUENDO

La mia fede: un faro solitario, luminoso, nella tempesta notturna, posto su un'isola, roccia solida controcorrente.

Rifugio e riparo ove si infrangono frecce velenose e affilate, d'una cultura ostile; diventano scorrere violento e continuo d'acqua di fiume inquinato. Parole al vento, polemiche, opinioni continue e non richieste, consigli dannosi al centro dei riflettori, mascherati di stolta saggezza, parole distruttive.

Serpi velenose, sempre in agguato, ostentano ostinatamente e aggrediscono tutto cio che non è simile.

Scivolano e vanno via, nulla possono contro il silenzio della pace interiore, consapevolezza raggiunta negli anni.

Si consumano e sfrigolano nella loro ira come olio bollente, diventano fumo e si disperdono.

Non cambierei un grammo dei miei valori, per tutto l'edonismo del mondo, egocentrico come l'insegna di una pubblicità, di finta luce sintetica, traballante come i piaceri passeggeri, pure illusioni di falsa felicità, figlia del provvisorio e dell'usa e getta, isolata d'individualismo: tarlo che scava nell'intimo delle persone e le consuma, rendendole vuote e tristi.

E tu faro, anche in lontananza continui a fare luce, silenzioso e fermo, lontano dal baccano.

Ciò che veramente conta e rimane.


Donato Riccardi - 2021

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