SAMANTHA
Ti scorgo in lontananza, nel soave su e giu di un'altalena, al canto degli uccelli, tra cielo ed erba.
Ti penetro con il mio sguardo, severo e duro, sprofondando nella tua calda anima.
Sono gemiti d'innocenza e di purezza, che scorrono dai tuoi capelli d'oro, attraversando il tuo lungo vestito scarlatto.
Ti confondi con i fiori, nel giardino soleggiato, schizzi colorati di olio su tela, come fiocchi di neve che fecondano la terra d'inverno, mentre i lupi dormono nelle loro tane, nel ricordo dell'estate trascorsa, in attesa, come puerpere gaudiose, della lieta stagione.
Il tuo corpo, seta pregiata al vento, nella sua leggiadra danza.
Il tuo viso offeso dall'indecenza del mondo.
Dentro te, come grotta, nel profondo più buio, intravedo il plenilunio, ai piedi della montagna, nel bosco.
Uno squarcio profondo e languido da cui scaturisce dolore e piacere, sangue e vita.
Come pioggia, inondo la pelle delicata e candida, delle tue gambe, e poi fuggi, nella vita quotidiana, alla voce dei numerosi pensieri, che riecheggiano, come argonauti in una caverna, innalzandoti ai colori silenziosi del volo di mille farfalle.
Donato Riccardi - 2016
In foto Samantha D'Andretta, amica dell'autore