RICORDI DI SOGGIORNI EMILIANI
"Chissà se un giorno risuonerà ancora l'eco della mia voce e la mia ombra nelle notti d'aprile, lungo il sentiero del bosco di fronte la Ca'Rossa, tra l'abbaiare dei cani e gli occhi furtivi degli uccelli, al suono del vento che attraversa i rami degli alberi, scuotendone le foglie.
Una musica in lontananza e il vociare festivo in sottofondo.
Brontola Barone nero, mentre i silenziosi gatti s'avvicinano sul legno umido della panca di fronte l'uscio di quella casa, che, è stata la mia dimora nelle notti passate in bianco, in dolce compagnia.
Mentre t'allontani piano piano, ti seguo e ti proteggo con lo sguardo; salvo una chiocciola dall'asfalto, posandola dolcemente nel prato, sotto gli occhi della chiesa di San Biagio e il cimitero.
Rientro infreddolito, salgo le scale e tu non ci sei più.
Ritorno per un attimo, forse l'ultimo, in Piazza Grande a Modena, saluto la mia cara Ghirlandina, che mi è stata bussola e stella polare per il centro, e tutti i negozi e i portici che mi hanno visto passare in questi anni. Rivedo le insegne luminose nell'oscurità, e tutti i luoghi che ho visitato.
Mi perdo ormai, nella notte, uscendo dalla nebbia di Bologna, mentre percorro la costa adriatica.
Intravedo i colli e le campagne lucane al crepuscolo diurno, che m'accolgono bambino, mi par di sentire l'odore della casa dei nonni, e mi domando smarrito: dov'è casa mia?! Forse nell'angolino di un cuore, ove ci sarà sempre un pezzetto di me.
Sono rose questi versi, belle e profumate, ma pungenti, dolorose, nelle mani di chi non s'abbandona alla frenesìa dei giorni e di preoccupazioni d'avvenire, qual guerriero solitario nella notte " .
Donato Riccardi - Aprile 2019
Questa poesìa è una rivisitazione della prima versione, pubblicata nella raccolta Luci sparse, della casa editrice Pagine.