PERCHE' NON CREDO NELLA REINCARNAZIONE E NELLE FILOSOFIE ORIENTALI
La nozione di reincarnazione, centrale in molte filosofie orientali, esercita un fascino indubbio su ampi strati della popolazione mondiale. Tuttavia, un'analisi più approfondita di questa dottrina rivela perplessità significative, specialmente se la si confronta con il valore intrinseco dell'identità personale e la ricerca di una verità eterna. Il mio dissenso non è diretto alla spiritualità in sé, ma al meccanismo filosofico che, a mio avviso, spoglia l'anima della sua unicità, alimentando una "cultura del provvisorio".
La Dissoluzione dell'Io e la Minaccia all'Identità
Il nucleo del mio scetticismo risiede nell'effetto che certe interpretazioni della reincarnazione hanno sull'idea di identità individuale. Le filosofie che insistono sul fatto che "tutto cambia" – che l'esistenza è un flusso continuo di nascite e morti dove l'anima, o l'essenza, perde ogni traccia della sua personalità precedente – sembrano veicolare un messaggio pericoloso: non aggrapparsi a nulla e a nessuno.
Quando l'identità dell'anima viene deliberatamente rimossa o sminuita in ogni ciclo vitale, l'individuo si trova in una condizione di assenza di radici. Se non c'è un "io" unico e permanente che accumula esperienze e responsabilità specifiche, perché impegnarsi in legami duraturi, in un'etica basata sull'identità personale, o persino nella ricerca di una verità oggettiva?
Questa dissoluzione dell'Io può essere vista come uno strumento di sottomissione filosofica. Una persona priva di un'identità spirituale definita, che crede che la sua essenza sia solo una goccia nell'oceano in attesa di essere riassorbita e rigenerata senza memoria, diventa intrinsecamente più manovrabile e meno propensa a mettere in discussione le dottrine che propugnano il suo "nulla di speciale". L'obiettivo, in questo contesto, non sembra essere la liberazione, ma l'annullamento del senso critico individuale.
Memoria degli Antenati nel DNA
Una prospettiva che offre una spiegazione alternativa ai presunti "ricordi di vite passate" si basa sulla scienza, o almeno sulle sue frontiere più speculative: l'epigenetica e la memoria genetica.
Ritengo che ciò che alcuni interpretano come "reincarnazione" o come la memoria di un'anima individuale che rinasce, possa essere in realtà l'espressione di ricordi ancestrali codificati nel nostro DNA. La nostra struttura biologica porta con sé le esperienze traumatiche, le abilità e persino le paure dei nostri antenati.
Esempio: Un bambino che mostra una paura inspiegabile dell'acqua o un'abilità innata per la musica potrebbe non averli acquisiti in una "vita precedente," ma potrebbe semplicemente stare manifestando una traccia genetica lasciata da un antenato che è annegato o da un musicista di famiglia.
Questa ipotesi non richiede un ciclo infinito di rinascite e conserva la nostra unicità come individui che ereditano un patrimonio biologico, non un'anima impersonale.Il Valore Emozionale: Contro la Cultura del Provvisorio
Il Valore Emozionale: Contro la Cultura del Provvisorio
La mia fede si ancora saldamente nei valori eterni e nel concetto di vita eterna, in netto contrasto con la cultura del provvisorio che vedo promossa dalla dottrina della reincarnazione.
Valore Emozionale e Legami: Se l'amore è destinato a svanire e ad essere dimenticato ad ogni rinascita, qual è il suo vero valore? La fede nella vita eterna conferisce ai nostri legami affettivi, ai sacrifici e alle scelte morali un significato non circoscritto a una singola esistenza. L'amore non è un contratto temporaneo, ma un impegno eterno che definisce chi siamo.
Responsabilità e Scopo: La vita eterna, supportata dall'identità inalienabile dell'anima, impone una profonda responsabilità etica. Le nostre azioni hanno conseguenze che si estendono oltre la morte fisica. Al contrario, la cultura del provvisorio incoraggia una mentalità di "tanto tutto ricomincia", che può indebolire l'urgenza morale di agire correttamente qui e ora.
In sintesi, credo fermamente che l'anima sia dotata di un'identità unica e irripetibile. Non siamo destinati a essere frammenti senza memoria in un ciclo infinito e anonimo. Siamo individui con un valore intrinseco, chiamati a vivere la nostra unica esistenza in funzione di valori che trascendono il tempo, in attesa di una vita eterna che onori e preservi l'identità che abbiamo costruito.
Donato Riccardi 5/12/2025
