MODENA

Mentre passeggio per le strade affollate di Modena, in un sereno pomeriggio di Giugno, tra le bancarelle del mercato, il mio sguardo si sofferma su ogni cosa, ogni minimo dettaglio, ogni singolo particolare, tra i mille pensieri che affollano la mente, e il vocìo delle persone.

Ad un tratto, come uno spiraglio di sole, tra le nubi, la mia mente mi porta fuori dal tempo e dallo spazio.

Ti vedo, in tutta la tua fragilità disarmante, vestita da rezdora di altri tempi, in un casolare di legno, in campagna, nel giardino assolato, all'ombra di un melo, che raccogli le ciliegie.

Lunghe tavolate imbandite, festose; famiglie numerose, attrezzi agricoli, animali. E tu, donna e fanciulla, forte nella tua fragilità, sobria nei tuoi modi giocosi, da bambina, con i tuoi occhi, cosi profondi e penetranti, che dicono tutto di te, mostrando appieno la tua anima nuda; e i tuoi capelli, mossi dal vento, che non mi stancherei mai di mettere a posto, accarezzandoti la testa.

In un lampo di risveglio, a ciel sereno, capisco che non ci sono io e non ci sei tu, ma noi, due che sono uno, pur restando se stessi, e il mondo con la sua logica contorta cade ai nostri piedi, il male scompare per sempre, tutto prende un senso, che non è effimero.

Non è scontato, ne banale dire che ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre. E se, pur scettico, dovessi rinascere, lo farei solo per stare con te, ancora, tante vite, perchè voglio viverti e riviverti, in questo mausoleo di attimi eterni, dove tutto resta, mentre il resto scorre.

E allora si, lo dico e lo ripeto, ad alta voce, ti amo e mi innamorerò tantissime altre volte, sempre e solo di te, gridandolo al mondo, e sussurrandolo nel silenzio della nostra intimità, in un'antica camera da letto, con un letto a baldacchino, che sembra una nuvola, il crocifisso e la madonnina al capezzale, e la corona del rosario, che ne rammenta la recita serale.

Ti ritrovo in tutte le persone che incontro, rivivo i nostri momenti. I negozi, i vestiti, i libri, i chilometri percorsi, le lacrime, un tramonto nel paesaggio della campagna emiliana, e ancora, la nebbia, la musica durante i viaggi notturni, gli scherzi e i giochi: tutto parla di noi, in continuazione.

Non sono parole del momento, bugìe confuse, poesie fine a se stesse.

E ritorno col pensiero a te, su quella strada, tra 40 anni, perchè il cambiamento è una leggera pioggia, che cade con la brezza, mentre ciò che davvero conta, rimane immutabile.

Donato Riccardi - Giugno 2015

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