MARATEA
Lotta tra abbraccio e contrasto di nebbia e sole,
mare placido, profondo, calmo, bollente sulla dura e fredda roccia di secca montagna.
Eterna contraddizione,
amore e odio,
ricchezza e povertà.
Il redentore, semplice e imponente, piccolo nella sua grandezza, guarda maestoso dall'alto, nella notte, illuminato da bianca luce;
sacro e profano,
sei preghiera e bestemmia, cultura e duro lavoro di mani sulla terra nera.
Donna pudica, scostante, furtivamente lasciva, nel silenzio del tuo sorriso.
M'ami e fingi di non conoscermi.
Sei l'onda marina al vento, scaldata dal sole, che s'infrange sulle alture taglienti e frastagliate di cespugli e rovi.
Chiusa nel tuo mondo antico di povera nobiltà, e aperta ai turisti curiosi, che portano pezzi di te al movimento del mondo vivo.
Madre anziana, rozza, materiale, e compagna segreta, seducente.
Mistica fascinazione nel tuo abbraccio,
distante, mi concedi appena le tue labbra, il tuo respiro nel mio per un attimo, e mi pare di sentire il sapore della tua pelle scura.
La tua semplicità accarezza il mio corpo, con simpatia, in un dolce e sensuale massaggio, esperta di mille e mille uomini, senza mai concederti davvero, cosi sottilmente velata di mistero.
Ti immortali in un'immagine d'estate, impressa nella mia mente,
per averti mia per sempre.
Donato Riccardi - 2005