LUCANIA

Lucania, vecchia signora, rannicchiata su una piccola sedia di paglia; 

timida, sulla cartina geografica; tra la sagrestia, l'orto e le mura domestiche. 

Circondata da fitti boschi, incontaminati. 

Estranea al mondo la fuori con le sue stagioni, seduta di fronte al camino, ricamando a mano, tra le salsicce, i pomodori e i peperoni rossi, appesi al soffitto, a seccare.

Nero e stropicciato il lungo e casto vestito, da sobria signora d'un tempo, che ancora piange i suoi figli che vanno via, nel silenzio d'una smorfia sconsolata sul viso.

Di poche parole la tua voce, rimasta come sibilo perenne nelle mie orecchie: nebbia nel bosco, alla vista di lupi in lontananza.

Cosi l'esistenza e il suo senso, diventa un grande abbraccio tra cielo e terra, sacro e profano, vita e morte, come i capelli raccolti e fermi sotto il casto scialle.

Al riverente sussurro d'un rosario perenne, nello scorrere dei grani, come della vita, che sotto lo sguardo della Madonna nera, passa dal pianto del neonato, al pianto del canto funebre.

Nella speranza di un futuro migliore per i tuoi figli, che, rondini, migrano come poppanti staccati con la forza dalle tue mammelle.

Donato Riccardi - 2003

In foto campagne lucane di Banzi (PZ)

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