ALLA MAMMA

Due sillabe che racchiudono l'universo e la vita. 

La voce che il figlio sente quando è ancora in grembo e l'accompagna per tutta la gestazione, con il battito del cuore all'unisono.

Le braccia che per primo l'accolgono quando viene al mondo.

La prima persona che vede il neonato appena apre gli occhi.

Il seno che l'allatta, la prima fonte di nutrimento e di calore, è cibo e giaciglio.

Le mani che lo nutrono, lo lavano e di lui si prendono cura.

Quelle stesse mani lo posano e lo guidano quando per la prima volta i suoi piedi toccano il suolo, e si distacca da quell'abbraccio che in alto lo tiene, lontano dai pericoli del mondo, e in quel gesto la mamma è la scala tra cielo e terra, umano e divino, spirito e materia.

E ancora in seppur lieve lontananza vegliano l'equilibrio sulla strada, nelle prime pedalate in bici, aumentando la distanza nel corso del tempo, ma senza mai sparire dal suo sguardo, neanche quando sarà in cielo, fissa come la stella polare.

Instancabile lavoratrice: genitrice, custode, medico, rifugio nelle intemperie, sia dalla pioggia e il vento che dal sole.

La mamma è li che l'aspetta al portone, dopo averlo accompagnato il primo giorno di scuola: una scuola che non finisce mai, quella della vita, anche quando stanca e anziana.

Ed è a lei l'ultima invocazione delle labbra sibilanti del moribondo. 

(Donato Riccardi - 8 Maggio 2022)


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